ALL IS DESIGN
“Non colui che ignora l’alfabeto, bensì colui che ignora la fotografia sarà l’analfabeta del futuro”
– Laszlo Moholy-Nagy
Nella prima metà del ‘900, la scuola Bauhaus considerava l’arte non più come mera rappresentazione della bellezza, ma come campo strettamente legato al concetto di utilità e fruibilità della bellezza formale nella quotidianità della vita, trasformando la fotografia in quello strumento espressivo che andava oltre alla pura cattura di un istante.
Pensando, infatti, allo studio che precede la realizzazione di un interno, e talvolta di un esterno, che sia di una casa, di un luogo pubblico o di una mostra, ci si addentra in un complesso reticolo di informazioni, tutte volte a stabilire, nei minimi particolari, dove porre ogni singolo oggetto. Tra questi ultimi certo non può fare eccezione la fotografia che una volta appesa alla parete, in quel punto particolare deciso attentamente, può rivelare la sua intrinseca funzionalità in termini di emozioni.
Alla luce di ciò, ci si può rendere conto di quanto la forza della disposizione degli oggetti nello spazio sia sorprendete; necessita, dunque, di una sensibilità e di una cura attente, poiché “arredare […] è piuttosto creare una qualità di vita, una bellezza che nutre l’anima” (A. Hadley).